Giacomo Leopardi[GIACOMO_LEOPARDI]

Lakóhelye: Recanati
Választott nyelve


Önéletraj Giacomo Leopardi

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Olda: 1

À LA LUNE :
Vers 2019-11-06 (4287 megjelenítések)

A Silvia : dal "I Canti"
Vers 2004-12-21 (100982 megjelenítések)

À SILVIA :
Vers 2019-11-06 (4361 megjelenítések)

À soi-même :
Vers 2019-11-08 (3519 megjelenítések)

Alla Primavera : Canti-XVIII
Vers 2005-07-06 (9042 megjelenítések)

Alla sua donna : Canti-XXI
Vers 2005-08-31 (10757 megjelenítések)

ALL'ITALIA : dal "I Canti"
Vers 2004-12-21 (19284 megjelenítések)

Către lună : Traducere de Vasile Romanciuc
Vers 2009-05-14 (15999 megjelenítések)

Către mine însumi : Traducere de Vasile Romanciuc
Vers 2009-05-14 (15586 megjelenítések)

Errant ici alentour… :
Vers 2019-11-08 (3032 megjelenítések)

IL PRIMO AMORE : dal "I Canti"
Vers 2004-12-21 (18635 megjelenítések)

Infinite :
Vers 2005-12-30 (9999 megjelenítések)

Infinitul : Traducere de Vasile Romanciuc
Vers 2009-05-14 (22464 megjelenítések)

LE CALME APRÈS LA TEMPÊTE :
Vers 2019-11-06 (4481 megjelenítések)

Le passereau solitaire :
Vers 2019-11-09 (3652 megjelenítések)

LE SAMEDI DU VILLAGE :
Vers 2019-11-06 (3507 megjelenítések)

LE SOIR DU JOUR DE FÊTE :
Vers 2019-11-06 (3287 megjelenítések)

LE SOIR DU JOUR DE FÊTE :
Vers 2019-11-06 (3517 megjelenítések)

L’INFINI :
Vers 2019-11-06 (3480 megjelenítések)

L’Infinito :
Vers 2005-12-07 (85162 megjelenítések)

Passero Solitario : IV
Vers 2005-07-06 (46527 megjelenítések)

Pensieri :
Vers 2004-05-07 (9118 megjelenítések)

Pensieri :
Próza 2004-12-21 (12248 megjelenítések)

To Himself :
Vers 2005-12-30 (8226 megjelenítések)

To Silvia :
Vers 2005-12-30 (9430 megjelenítések)

To the moon :
Vers 2005-12-30 (8576 megjelenítések)

Önéletraj Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi nasce a Recanati nel 1798, dal conte Monaldo e Adelaide Antici. Nel 1803 l’amministrazione dei beni familiari è tolta al padre, che si ritira quindi in una velleitaria attività di letterato dilettante, e passa nelle mani della madre. L’atmosfera di casa Leopardi non è felice ed è caratterizzata dall’indole della madre, severa, bigotta e povera d’affetti. Il giovane Giacomo inizia nel 1807 gli studi con i fratelli Carlo e Paolina, inizia a comporre piccoli componimenti poetici e cerca un proprio spazio autonomo all’interno di un’educazione di chiaro stampo controriformistico. Tra il 1813 e il 1816 inizia da solo lo studio del greco; si dedica a ricerche erudite e a varie indagini filologiche sorprendentemente rigorose e precise. Politicamente sposa le idee ultralegittimiste del padre. Nel 1817 pubblica sullo «Spettatore» l’Inno a Nettuno, fingendo trattarsi della traduzione di un originale greco, e due odi apocrife in greco, presentate come autentiche. Inizia la sua amicizia epistolare con Pietro Giordani ed inizia lo Zibaldone, il grande diario intellettuale che continuerà sino al ‘32. Nel 1818 si conclude la sua conversione politica che lo porta a diventare un patriota repubblicano e democratico. Nel 1819 le cagionevoli condizioni di salute lo obbligano a sospendere gli studi; tutto ciò è una spinta a chiarire la propria condizione di solitudine, di noia, e a maturare il suo pessimismo ancora indeterminato. È in questo periodo che scrive L’infinito e Alla luna. nel 1820 continuano le composizioni poetiche come, ad esempio, La sera del dì di festa. Nel 1822 si reca a Roma, il primo viaggio fuori da Recanati: rimarrà molto deluso. Nel 1823 ritorna a Recanati dove analizza la decadenza nazionale e gli effetti nefasti della Restaurazione. Nel 1824 scrive la maggior parte delle Operette morali e l’anno dopo parte per Milano, dove prende contatto con l’editore Stella, e poi passa a Bologna. Nel 1827 si trasferisce a Firenze dove conosce Alessandro Manzoni; i due non si capiranno, troppo diversa è l’indole personale. Nel 1828, finiti i mezzi di sostentamento, dopo aver composto A Silvia, è costretto a far ritorno a Recanati. Nel 1829 compone: Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il Sabato del villaggio. Poco dopo aver concluso il Canto notturno, nel 1830, torna a Firenze ed inizia l’amicizia con un esule napoletano: Antonio Ranieri. Nell’aprile 1831, durante i moti dell’Italia centrale, escono i Canti per l’editore Piatti. Nel 1833 Giacomo si trasferisce con il Ranieri a Napoli; i due vivono in condizioni economiche estremamente precarie. Nel 1835 escono i Canti per l’editore Starita di Napoli; vi compaiono nuove poesie tra cui Il passero solitario e il cosiddetto ciclo di Aspasia (Il pensiero dominante, Amore e Morte, Consalvo, A se stesso, Aspasia). Muore, a 39 anni, nel 1837 a Napoli durante un’epidemia di colera: il Ranieri a stento riesce a sottrarne il corpo alla fossa comune.